Cercate una
borsa da tappeto rosso? Per un’occasione speciale o semplicemente per una serata indimenticabilmente elegante? La
clutch è indubbiamente l’accessorio per completare un outfit irripetibile. Ma come nasce questa piccola borsetta, dove sembra che all’interno non ci possa entrare proprio nulla?
Quella della clutch è una storia antica. Affonda le proprie radici nel
1800: le antenate delle clutch si chiamavano
reticoli ed erano piccole sacche ricamate in seta e contenevano poche cose essenziali come una boccetta di profumo, un fazzoletto ricamato e dei sali, in caso di un eventuale malessere.
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stylosophy.it[/caption]
Il
termine clutch prende il nome da verbo inglese
to clutch, che significa stringere a mano. Solo negli
anni ’20 questa borsetta usata come un gioiello ha cominciato ad avere successo e a diffondersi tra le donne, caratterizzate da un estrema eleganza, con le linee dei vestiti che si assottigliavano e le tasche che diminuivano. Nel
primo dopoguerra questa minibag diventa il modello di borsa più utilizzato e apprezzato. E lo diventa ancora di più negli
anni ’60, gli anni che segnano definitivamente l’indipendenza della donna, che ormai porta la minigonna. La clutch diventa così simbolo della libertà.
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Da questo momento in poi diventa un
accessorio di tendenza, oltre che funzionale e pratico per le sue dimensioni. C’è chi delle clutch ha fatto il proprio modello di punta, una vera e propria cifra stilistica da portare avanti con devozione. E’ il caso della fashion designer ungherese
Judith Leiber, classe 1921. Le sue clutch sono veri e propri gioielli, realizzati con cristalli
Swarovsky e sontuose pietre preziose. E poi c’è la
knuckle clutch di
Alexander McQueen che si caratterizza per un’impugnatura che consente a chi la indossa di infilare tutte le dita, per una presa più salda della clutch.
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